(per lei, ma vale anche per lui)
La tua femminilità.
Tra tutte sei tu l’unica in grado di comprare l’anima al diavolo, per poi magari rivendergliela ad un prezzo maggiorato.
Perché tu sei arguta, profonda, provocatoria, coraggiosa.
Una che le persone le sgama, le scruta e se lo decide può manipolarle, facendo leva su ciò che coglie di loro molto oltre la superficie dell’evidenza.
I brividi te li vai a cercare perché adori quell’impagabile scarica di adrenalina che producono e che ha il potere di farti sentire così meravigliosamente viva: non ti puoi rassegnare ad una vita piatta e tranquilla, in cui il buio non nasconde niente, i fatti sono esattamente quel che sembrano, non ci sono enigmi da risolvere né insidie da schivare.
Tu adori tutto ciò da cui la tua dirimpettaia astrologica, la primaverile e placida Toro, si tiene il più possibile alla larga: la notte, il buio, il mistero, i segreti inconfessabili, l’ignoto, le sfide, i rischi, le complicazioni.
Ma quanta luce nel tuo buio, nel tuo personaggio dark, che tale è solo agli occhi dei benpensanti: persino quando sei tutta compresa nel ruolo di maliarda, il tuo è un gioco scoperto sul filo di un’ironia che è anche auto-ironia quando impari a conoscerti e ad amarti così come sei, per quella che sei, e non nell’immagine di te che gli altri ti rimandano.
E quanto amore per la vita nei rischi in cui t’infili: tu gridi no alla morte, ma solo dopo averla attraversata. Perché a vivere e a morire sono bravi tutti: tu vuoi riuscire nell’impresa di rinascere. Quello sì che è difficile. Cadere e rialzarti. Perché se non cadi come fai a sapere che puoi rialzarti?
Certo anche tu conosci l’incertezza e la paura, ma quando tutto sembra perduto sai di poter attingere a quel nucleo pulsante e inesauribile di energia che è Plutone, il tuo pianeta governatore: il grande dinosauro che vive nelle viscere della terra, nei meandri dell’inconscio, quello che crea, distrugge, trasforma, Che può indossare qualunque maschera, occultare, nascondere, sotterrare e poi resuscitare.
Ami tutto della vita e senza schizzinosità o diaframmi: sudore, fango sangue. Non ti ritrai nel timore di sporcarti le mani. Una vita asettica e sterilizzata è una vita sterile.
Tu che appari (e spesso sei) così chiusa e segreta apri la porta a tutto se l’istinto o la passione te lo dicono, abbracci tutto, non hai paura di farti contaminare da sconosciute intrusioni. Non temi i ladri come la Toro che a furia di difendere l’integrità del suo orticello rischia di preferire l’apparire e l’avere all’essere. Tu vuoi essere. E allora non si può buttar nulla: né la buccia né i semi. La vita è questo, se la prendi intera.
E ciò che è davvero tuo – il coraggio e la grinta – non te lo può rubare nessuno
Semmai il timore è quello di arrivare troppo intera alla fine, invece che meravigliosamente consumata da una vita vissuta appieno.
Anche nel tuo abito più rassicurante e perbene tu resti eversiva, ribelle, sempre con un piede fuori dal seminato, dalle buone maniere, dal così si fa e così di deve. Con ironia e a volte con sarcasmo. Simpatica e generosa, o invece cupa e chiusa a riccio. Ti piace mimetizzarti, far finta di adattarti, di essere uguale, mentre dentro ridi all’idea che sia così facile farlo credere a tutti, averla vinta su circuiti mentali così semplici. Puoi divertirti ad ingannare tutti, se solo lo decidi, o ti ci costringono. ma dentro sei altrove, e pronta a colpire col tuo pungiglione quando arriva il momento di difenderti.
L’amore e il sesso
Un genuino bisogno di fusione che prende strade impervie: questo è per te l’amore. Inscindibile dal sesso: la fusione assoluta non può che essere tra carne, mente e cuore.
Ma perché due esseri distinti possano compenetrarsi e fondersi l’uno nell’altro bisogna che prima si disintegrino. Che si stacchino da ogni altro vincolo, nei casi limite che rinneghino il padre, la madre, il passato, la casa, le sicurezze, i ricordi. Che si facciano apolidi.
Solo allora, disintegrati e spogliati di tutto pelle compresa, cioè liberi e nudi, potranno darsi interi l’uno all’altra.
Tu vuoi, anzi pretendi intimità assoluta. Anche nel dolore. Se non ama la tua parte buia, se non la conosce, non è te che ama. Se tu non tocchi il male che c’è in lui senza spaventarti né ritrarre la mano, come puoi dire di amarlo.
Ecco perché specie all’inizio di quell’avventura che sarà il vostro amore lo sottoponi a continue prove, che non sono un gioco infantile e crudele, ma un rito iniziatico: camminare sul ciglio di un burrone, uccidere qualche drago, sbattergli in faccia le cose che non sa di sé e non vuol vedere.
Amare significa rendersi disponibili a perdere pezzi: troppo interi non si arriva da nessuna parte.
Di certo non al lato sublime dell’eros, che per te costituisce l’apice di un amore grande, che è sempre un po’ sporco, ammaccato e difficile come la vita vera.
Che noia la perfezione: mille volte meglio un uomo brutto e intrigante, che uno bello e banale. Mille volte meglio un uomo per cui non dormire la notte che uno con cui sbadigliare di giorno. Mille volte meglio una scenata all’ultimo sangue che una tranquillità pacificante e perciò mortifera.
Puoi essere dolcissima o violenta, generosa o crudele, ma mai fredda.
O con te o contro di te. O l’amore o l’odio. Nessuna tiepida e tranquilla indifferenza.
Perciò quando la complicità viene meno l’amante diventa inevitabilmente un nemico da combattere e punire, magari attraverso raffinate vendette. E con una violenza che è un peculiare (e temibile) mix di istinto e ragione.
La leggerezza, il distacco e l’innocenza li lasci ai bambini e ai santi: tu sei viscerale, appassionata, assolutista, drammatica, teatrale, sospettosa, gelosissima, all’occorrenza bugiarda, non di rado infedele.
L’amore è per te montagne russe, filo del rasoio, inferno e paradiso, sturm und drang, rischio, minaccia, sfida, desiderio incoercibile, qualcosa di molto più forte della ragione e del buon senso.
L’amore quello degno di essere chiamato amore è sempre rivoluzione, terremoto, ciclone, scompiglio.
Ma è anche ridere e rinascere insieme, felici, dopo ogni salutare, elettrizzante bufera.
Tutto il resto è forse azienda famiglia, tiepido affetto tra due che dopo essersi fatti la guerra miracolosamente hanno finito col volersi bene, come amici o fratelli, come coinquilini o genitori, addomesticati e placati dal mutuo, dai figli, dall’età o dal tempo. dal libro “Và dove ti porta Venere” – Franca Mazzei – Sonzogno – sul sito di Sonzogno e in e-book