(ricerca astrologica su 51 Temi Natali)

di Franca Mazzei e Franco Astore

Introduzione e cenni storici

Il termine transessuale viene introdotto per la prima volta già nel 1949 dal dottor Cauldwell, ma il primo intervento chirurgico di conversione sessuale vera e propria avviene solo nel 1952, quando il signor Jorgensen diventa a tutti gli effetti Christine.

I transiti del ’49 mostrano Plutone nei gradi centrali del Leone al sestile di Nettuno nei gradi centrali della Bilancia, ad indicare una fase storicamente favorevole a cambiamenti (Nettuno) nella sfera sessuale (Plutone, per altro proprio Leone, segno cosignificante della Casa V, relativa alla sessualità); contemporaneamente, Urano nel Cancro è al sestile di Saturno in Vergine, a significare il “vento” di cambiamento drastico (Urano) in seno ai valori della femminilità tradizionale (il Cancro), complice la codificazione autorevole (Saturno) in ambito medico (Vergine, segno della medicina e del corpo, ma anche- guarda caso- del “dare un nome” alle cose e ai fenomeni). Nello stesso tempo, Giove appena entrato in Aquario ne dilatava le valenze libertarie, opponendosi a quelle patriarcali dell’opposto Leone Casa V.

Ancor più emblematici i transiti del ’52, l’anno della prima operazione: Plutone è sempre al sestile di Nettuno (aspetto che annuncia una più generale liberazione dei costumi, e non a caso aspetto natale di coloro che concretamente attueranno la rivoluzione dei costumi nei successivi e favolosi anni ’60); nel frattempo il “povero” Urano nel Cancro (segno dei valori della tradizione, della famiglia e delle radici) riceve le quadrature di Saturno e Nettuno congiunti in Bilancia; Giove è in Ariete (inizio di qualcosa di nuovo destinato ad espandersi), ma riceve le opposizioni dai pianeti in Bilancia e la quadratura dal Cancro, proprio in quell’Ariete governato da Marte/virilità: i valori della tradizione- dunque- ma anche il “machismo” arietino, vengono duramente messi in discussione. Come per confermarlo, Marte sosta per buona parte dell’anno nell’altro segno più fortemente erotico e virile dello Scorpione, dove riceve il quadrato di Plutone (eros, testicoli) e l’opposizione di Giove che sarà passato in Toro (libido).

È interessante notare come in quel 1952 tutti e quattro i segni che esprimono i valori del maschile, della tradizione, dell’autorità, del patriarcato e del potere costituito (Ariete Leone e Capricorno.)[1]) siano drammaticamente penalizzati dalle configurazioni planetarie: la prima operazione di cambio di sesso si connota, quindi, come evento eversivo e minaccioso per il sistema di valori dominante. Più che il concetto di sesso è quello di maschio ad essere minacciato, dal germe di un mutamento, come mirabilmente esprime il trigono che in quell’anno si forma tra Marte (il maschio, il fallo) e Urano, pianeta del cambiamento drastico del taglio netto, delle innovazioni tecnico-scientifiche, un Urano che transitava nel femminilissimo segno del Cancro.

Come sempre accade, “tracce” astrologiche presenti alla nascita di un fenomeno si ritrovano nei Temi Natali dei soggetti che di tale fenomeno saranno protagonisti: infatti l’aspetto Marte/Urano è uno dei più ricorrenti nei temi dei transessuali, come vedremo meglio più avanti.

Ma torniamo agli aspetti del ’52; abbiamo visto come i segni e i valori del maschile tradizionale siano penalizzati, ma certamente non a favore di quelli della femminilità tradizionale[2]. Infatti tanto il Cancro quanto la Bilancia e il Toro devono vedersela con un buon numero di aspetti negativi: il Cancro riceve i quadrati di Nettuno, Saturno e Giove; la Bilancia è colpita dal quadrato di Urano e dall’opposizione di Giove; il Toro subisce infine l’insistente e insidiosa quadratura di Plutone.

Sembrerebbe quasi che tra i due contendenti- il maschile e il femminile tradizionali- ci debba essere un terzo a vincere e a godere (mai verbo fu più appropriato!), magari quel “terzo” che inglobi e integri le opposte istanze…

E qual è questo segno, se non esattamente il “terzo” dello Zodiaco? Quale se non il regno dell’androgino Mercurio, non a caso l’Hermes che nell’amplesso con Afrodite generò per l’appunto l’Ermafrodito? Se osserviamo il cielo del ’52, è infatti il segno dei Gemelli l’unico a ricevere solo e il maggior numero di aspetti positivi: i trigoni di Saturno e Nettuno, i sestili di Plutone e Giove e persino il semisestile di Urano. Stimolato e reso baldanzoso da aspetti felici di tal portata, il giovinetto impertinente dello Zodiaco, l’eterno adolescente sempre pronto a porre in discussione e contestare i maestri e i modelli vigenti, il dio ambivalente e truffaldino, protettore di mercanti, ladri e attori, sale sul palcoscenico del ‘900 a giocarci il supremo e più eversivo dei suoi tiri mancini.

Il mobilissimo Mercurio finalmente dinamizza ciò che fino a quel momento era stato considerato immutabile, l’identità sessuale, con la gioiosa leggerezza e l’innocente disinvoltura morale che lo caratterizzano; da adesso in poi l’identità di genere può trasmigrare da un corpo all’altro, e il corpo stesso farsi teatro, rappresentazione, provocazione e gioco.

Secondo la scrittrice transessuale Helèna Velena «il transgender legittima l’esistenza dell’infinità possibile di momenti di “identità” del percorso che da eterosessuale porta a omosessuale, o che da uomo porta a donna», e ancora « il transgender è una visione anarco-libertaria del tutto, in cui l’identità è ciò che si è, e non ciò che si deve essere in funzione di poter esistere»[3]

Ebbene, come l’aspetto Marte/Urano presente nel cielo dl ’52 ricorre nei Temi dei trans, così anche i valori Mercuriali, tanto beneficati e sorretti quell’anno, si impongono con un rilievo quasi sconcertante nei Temi analizzati.

Premessa all’indagine

Abbiamo scelto di concentrare la nostra ricerca unicamente su soggetti maschili per nascita che hanno in seguito manifestato la volontà a transizionarsi verso la sfera femminile. È doveroso operare un ulteriore distinzione anche all’interno di questa “categoria” che potremmo così suddividere in tre sotto-tipi:

travestiti – maschi omosessuali che amano vestirsi con abiti femminili per scopi legati allo spettacolo e/o alla prostituzione;

transessuali o transgender – maschi omosessuali che non solo si travestono da donna, ma assumono anche ormoni femminili col fine di sviluppare caratteristiche fisiche tipicamente muliebri e, contemporaneamente, far regredire o annullare quelle maschili. Spesso ricorrono a trattamenti di chirurgia estetica correttiva, ma non elidono il pene;

transitati o neo-donne – presentano tutte le caratteristiche dei transessuali, con la differenza che elidono pene e testicoli e si fanno ricostruire organi sessuali femminili esterni e la vagina. Cambiano nome all’anagrafe, possono sposarsi e diventano donne a tutti gli effetti legali e civili[4].

Nella nostra indagine ci siamo occupati degli ultimi due sottotipi, e cioè di quegli omosessuali che per vie ormonali e/o chirurgiche sviluppano caratteristiche fisiche femminili, e che hanno quindi avviato una vera trasformazione/transizione. Nel caso dei transessuali ci troviamo di fronte alla pura manifestazione dell’ermafrodito, di colui/colei che incarna insieme il maschile e il femminile, ma che non si inchioda ad un’identità definita e irreversibile. Nel caso dei transizionati neo-donne, invece, la scelta dell’identità sessuale è definitiva, e il mobile Mercurio-Hermes smette i panni da adolescente-giocoliere per conquistarsi, sia pur faticosamente, un posto nel mondo degli “adulti”. Entrambi i casi sono comunque accomunati dall’inibizione farmacologica degli ormoni maschili, dalla regressione, modificazione o scomparsa delle caratteristiche maschili (barba, peli, timbro della voce, e a volte calo della libido, difficoltà di erezione).

Il nostro campione

Vuoi per la particolarità dell’argomento, vuoi per la comprensibile diffidenza che la curiosità astrologica spesso solleva, ci è stato assai difficile reperire i dati necessari alla nostra indagine, tanto che raggiungere il numero di 51 ci è infine parsa una miracolosa impresa[5]. Le 51 date si situano in un arco di tempo che spazia dal 1931 al 1984, delle quali 31 sono complete di orario e quindi domificate; di altre 12 conosciamo con certezza il segno in cui si trova la Luna. Nell’introduzione abbiamo accennato alla prevalenza massiccia dei valori mercuriali nei Temi analizzati.

Cosa potremmo quindi aspettarci in termini astrologici? Forse un gran numero di segni solari o un picco di pianeti in Gemelli? O ancora una marcata presenza di Mercurio in Casa I? Oppure dovremmo prevedere nella pur mercuriale Vergine un’alta frequenza di stellium, se non addirittura il primato degli ascendenti? E potremmo mai aspettarci di trovare tutto questo contemporaneamente?

Perché è esattamente questo quello che accade nei 51 Temi analizzati: il Sole si colloca ben 9 volte su 51 in Gemelli e una sola volta in Aquario, e anche tutti gli altri pianeti personali[6] prediligono il terzo segno dello Zodiaco.

Venere, ad esempio, ha il suo picco massimo di presenze in Gemelli (9/51, a fronte di un’unica presenza nei Pesci) e, a conferma del suo bisogno di sposarsi a valori mercuriali, tra le dodici Case preferisce appunto la III, cosignificante dei Gemelli (5 volte su 31 Temi domificati).

Anche Marte si trova più spesso in Gemelli (7/51) e lo stesso Mercurio si distribuisce preferibilmente proprio nei tre segni mercuriali, Gemelli (6/51), Vergine (7/51), e Scorpione (6/51); inoltre il Cancro, sede dell’esaltazione per trasparenza del pianeta, ospita Mercurio ben 6 volte su 51.

I due segni in assoluto più occupati da pianeti sono infatti, nell’ordine, Gemelli (42 presenze su 51) e Vergine (37 presenze su 51); ed è ancora la Vergine ad ospitare il maggior numero di stellium planetari (9 su 51), nonché il maggior numero di presenze di Giove (10/51, contro le zero presenze in Aquario), e- dato fondamentale- il maggior numero di ascendenti (6 su 31).

Come vediamo, il “tasso” di mercurialità è altissimo e a confermarlo- come se non bastasse- scopriamo che è proprio Mercurio il pianeta più di frequente in Casa I, con ben 8 presenze su 31, contro le zero presenze nell’opposta Casa VII.

Gli aspetti celesti che segnano la nascita di un evento/fenomeno non mentono mai, e ci danno indicazioni molto più precise e illuminanti di quanto con i nostri ragionamenti potremmo supporre. Infatti, nel caso dei transessuali, lungi dal trovarci di fronte a personalità notturne, statiche, oscure, un po’ contorte e ingombranti nella loro esuberante carnalità, tutte comprese nella loro “seriosità” di un ruolo sociale difficile, ci confrontiamo invece con la giocosa se pur maliziosa leggerezza di Mercurio, il dio fanciullo, il meno “carnale” dello Zodiaco.

Hermes-Adolescenza

Vediamo come i valori mercuriali si esprimono nei soggetti analizzati:

tanto per iniziare, Mercurio nel suo domicilio gemellare è l’eterno adolescente, sempre alla ricerca di modelli e identità, costituzionalmente incapace di ritrovare quell’identità in se stesso e nel proprio corpo (nei Gemelli si esalta Plutone, principio di identità in cerca di una forma). Quel corpo inteso come sistema di segni che rimandano a modelli, ma anche come “oggetto” supremo di comunicazione in sé, che deve quindi essere mutato per essere accettato. Come suggerisce sempre la Velena, «nel caso delle creature transessuali l’identità di genere e l’accettazione della stessa … è costruita proprio intorno al corpo»: un corpo che deve ispirarsi a dei modelli in qualche modo mitizzati, come è tipico degli adolescenti. Ma tipico dell’adolescente è, paradossalmente, non solo la ricerca di modelli cui ispirarsi, ma anche la contestazione e il rifiuto dei modelli vigenti, del sistema di regole, della morale comune. Come suggerisce la Velena, «il trans gender si basa sull’idea che la totalità dell’esistente non sia ascrivibile in una logica binaria … su concetti dualistici quali positivo/negativo, giusto/sbagliato, uomo/donna», e noi potremmo aggiungere/morale immorale, come vuole il gioco dialettico dell’opposto di Mercurio, il didascalico Giove.

In questa volontà di non scegliere c’è il rifiuto della maturità e del ruolo di adulto che astrologicamente ascriviamo a Saturno. Ebbene, nei 51 Temi analizzati è appunto Saturno il pianeta meno spesso beneficato (solo 8 volte, contro le 22 del Sole, suo opposto), e il segno del Capricorno è l’unico a comparire una sola volta tra gli ascendenti; inoltre, l’indebolimento di Saturno è confermato dalla sua presenza più frequente nel segno del suo esilio più duro, il Cancro (ben 7/51), e dal minimo di presenze nel suo domicilio primario, il Capricorno (solo 2).

Continua la Velena: «il trans sradica completamente la morale di comodo, asserendo che non esiste devianza, perché non esiste una norma»; ed è in effetti di questa “norma” o “normalità”, i trans sono in qualche modo privati per il biunivoco rifiuto che si instaura tra loro e il mondo dei “normali”, tra il loro quotidiano e quello che la morale corrente prescrive: il picco di Saturno (privazione) nella Casa VI (norma) bene illustra questi significati, tenuto anche conto che è giusto nella VI che il pianeta riceve per lo più aspetti negativi.

Uno degli aspetti più ricorrenti è appunto una negatività tra Saturno e Mercurio. Mercurio-adolescente, disponibile per natura a continui spostamenti, rifiuta la solida incrollabilità di Saturno/maturità/stabilità: Mercurio infatti non si trova mai in Casa VII, dove si troverebbe costretto a confrontarsi con l’esaltazione del settimo pianeta. A riprova di questo, Saturno a sua volta non si trova mai in quella Casa VIII nella quale dovrebbe simbolicamente rapportarsi con l’esaltazione di Mercurio.

Come dicevamo in precedenza, è invece nella Casa I che Mercurio ha il suo picco di presenze, a segnalare altre due caratteristiche tipiche dei trans, e cioè spesso una “teatralizzazione” di sé (Mercurio simbolicamente signore di Gemelli e Casa III/ teatro), nonché a volte una tendenza più o meno volontaria alla mercificazione (Mercurio) del proprio corpo (la Casa I/corpo fisico).

Hermes-Commercio

Premettiamo, data la delicatezza dell’argomento, di aver attinto testimonianze da quella parte del movimento che, in quanto “emerso” e visibile, è composto da trans che vivono e raccontano apertamente le proprie esperienze dopo un percorso difficoltoso; quindi le informazioni, pur tentando di rispecchiare la maggior parte di un mondo, non ne rappresentano la sua assoluta totalità. Non è un mistero, dunque, che per molte transessuali quella della prostituzione sia una pratica comune, talvolta come passaggio forzato per assicurarsi un sostentamento economico, ma anche come inevitabile attrazione nei confronti di un mondo notturno e sregolato, nel quale riescano a ergersi (nei casi più sereni) a “dive” della strada, come vorrebbe Venere tanto spesso in Casa III (5/31) e per altro in Gemelli (9/51).

Come confessa Sofia a Porpora Marcasciano del M.I.T. (Movimento Italiano Transessuali): «La strada è spettacolo e noi trans siamo terribilmente attratte dai palcoscenici»[7]. Ecco come il significato di Mercurio-merce e Mercurio-teatro si fondono inscindibilmente insieme a quello di Mercurio-comunicazione: la strada diventa il palcoscenico per esibirsi/vendersi/comunicare, laddove lo scambio sessuale è per molte di loro l’unica vera comunicazione possibile con un mondo di gente normale che alla luce del sole ancora le rinnega come modello di identità sessuale, se non quando può “comprarle”, facendole così rientrare invece nel modello riconosciuto e codificato dal commercio.

Le trans ripropongono, spesso senza averne la consapevolezza politica, i più bassi schemi del patriarcato: la donna come merce in vetrina, la donna come maschera di un femminile altrimenti minaccioso. E qui c’è tutto la forza del sistema del condizionamento, del potere costituito che riassorbe, addomesticandole, le istanze eversive.

La “donna” che i trans propongono, è una rappresentazione spesso grottesca dei modelli più maschilisti della femminilità, fatta di seni e natiche enormi, labbra rigonfie ciglia finte e zeppe vertiginose, quasi una maschera della commedia dell’arte. Trattasi qui di quel Mercurio manipolato dai miti della pubblicità e da quel maschio tradizionale che vogliono ad ogni costo sedurre.

Non è un caso che nel campione esaminato la Luna/modello femminile cui tendono ad assomigliare si trovi più spesso in Ariete e Sagittario, due Segni di Fuoco che incarnano un tipo di donna spavaldo e aggressivo, e anche- specialmente nel caso dell’Ariete- incline a compiacere i modelli e gli schemi tradizionali, vale a dire quelli del patriarcato; nell’equilibrata e raffinata Bilancia, invece, ritroviamo solo una Luna su 43.

Non per nulla le trans sono spesso oggetto di critica da parte dei movimenti femministi che le considerano incarnazione ed esaltazione di quello stereotipo che il movimento di liberazione delle donne rinnega e combatte. Con le dovute eccezioni, naturalmente. Nel senso che, all’interno di quella che (con difficoltà) potremmo definire “categoria”, sempre più spesso si sollevano voci critiche e coscienti, specie contro la necessità di prostituirsi. Nella sua testimonianza Antonia dichiara: «per noi trans vivere di notte significa prostituzione, e ultimamente sono tante le trans che vogliono prendere le distanze da questa, che vogliono rompere l’equazione trans uguale a prostituta; vivere di notte deve essere una scelta, come per tutti, non un obbligo»[8].

Hermes-Teatro

Teatro e travestimento costituiscono tradizionalmente un binomio che trascende il fenomeno della transessualità e che ritroviamo storicamente, per esempio, nell’Inghilterra elisabettiana (i ruoli femminili erano interpretati da attori maschi travestiti, dato che alle donne non era consentito recitare), così come in Francia era radicata l’abitudine di ruoli teatrali en travesti.

Giova a questo punto sottolineare che nei Temi analizzati Mercurio forma il suo maggior numero di aspetti proprio con Plutone (17/51) e l’alleanza Mercurio-Plutone è l’essenza stessa del teatro, tanto più se inserita in questo contesto così tanto intessuto dai valori Gemelli/Casa III; ma essa è ancora una volta l’essenza stessa del commercio, della capacità di ingannare/imbonire/truffare, di praticare una pubblicità ingannevole e accattivante, irretendo i clienti più ingenui.

È importante però ricordare che la teatralizzazione del sé spesso precede la fase del travestimento e della transizione sessuale, collocandosi nel periodo in cui il quieto vivere, la paura, esigenze familiari o professionali costringono i trans a recitare dolorosamente il ruolo del maschio eterosessuale socialmente condiviso, con quello che diventa così un ulteriore travestimento, quello da “uomini normali”.

Max, ad esempio, ricorda i periodo dell’adolescenza come la fase della castrazione e «dell’infinita solitudine fuori e dentro», il periodo della disperazione e del «pianto strozzato in gola», quando come molti di loro, in tante occasioni della vita, la soluzione spontanea anche per lui era «una maschera dentro il palcoscenico della vita», mistificatrice verso se stesso, impietosa, dolente e infinitamente soffocante, che «nessuno voleva mai interpretare»[9].

Naturalmente non basta Mercurio, sia pur in Casa I/palcoscenico dell’Io, a generare tanto istinto di teatro, e infatti è proprio la Casa I in sé ad emergere nella nostra indagine: sia il Sole che Marte (pianeti dell’Ariete/Casa I) hanno il loro picco di presenze in questo settore (il Sole è pari merito con la Casa II, come vedremo tra poco), ed è Marte il pianeta più spesso congiunto all’ascendente, nonché quello con cui il Sole forma in assoluto il minor numero di aspetti negativi (un solo caso su 51); il Sole, simbolicamente esaltato nella Casa I, è il pianeta più spesso beneficato (22 volte su 5), e Plutone (anch’esso governatore della Casa I) è l’unico pianeta a non essere mai isolato ed è leso solo in un caso su 51.

Questa rilevanza di valori Casa I/Marte/Sole/Plutone descrive un temperamento estroverso, aggressivo, impositivo e tendenzialmente egopatico; d’altro canto l’egopatia è una delle componenti più tipiche dell’adolescenza.

Ma non dimentichiamo che i valori Ariete/Casa I sono anche portatori di coraggio e intraprendenza, di assertività e di grinta, tutte qualità storicamente ascrivibili al “maschile”, il che non è una sorpresa in una ricerca sui transessuali maschi che decidono di cambiare drasticamente la propria sessualità, se si comprende che la virilità e il coraggio non risiedono nel fallo in sé.

L’immagine

Come sappiamo, però, nella teatralità contano non solo l’egocentrismo (Casa I evidente), ma anche l’immagine, il look, il modo in cui si appare, e cioè le tematiche care alla Casa II: in questa Casa, infatti, ritroviamo in assoluto il massimo delle presenze planetarie (ben 44 su 31 Temi domificati), il picco di presenze del Sole  (pari merito con la succitata Casa I), ed il picco di presenze di Venere, Urano, Nettuno e Plutone[10]. Qualche riflessione su queste posizioni: Venere in Casa II, Casa che cade il più delle volte nel femminile segno del Toro enfatizza un’immagine molto legata ai valori della seduzione e della sensualità, ma lega indissolubilmente quest’ultima al denaro-Casa II; Urano in questo settore ribadisce l’idea di un’attività lucrativa collegata di nuovo all’immagine; Plutone in Casa I esprime invece l’equazione eros = denaro, e riconduce ancora al travestimento/occultamento/mascheramento dell’immagine che si ha di sé; come conferma, Nettuno infine, parla delle trasformazioni cui questa immagine va incontro, transizionandosi dal maschile al femminile.

È ancora la Casa II ad ospitare il maggior numero di stellium planetari (8/31), senza contare che il Sole forma proprio con Giove (virtualmente esaltato nella Casa II/Toro) il suo numero massimo di aspetti (20/51), che sono per lo più negativi; anche Venere si trova più spesso di tutti gli altri pianeti in aspetto negativo con Giove. Non a caso Giove e Venere sono i due signori simbolici della Casa II, dove è auspicabile che si ritrovino più alleati che in attrito: tali aspetti negativi sembrano disgiungere reciprocamente questo loro connubio, dato che non ci sorprende se riflettiamo su quanto l’immagine che i trans propongono sia distante da quella “canonica” (voluta appunto dalla Casa II). Infatti, come vuole la lesione dei pianeti, l’immagine diventa vistosa, dilatata, tendenzialmente esasperata, in qualche modo distorta rispetto al’immagine naturale di sé che darebbe una Casa II positiva.

Ma tra le fila del movimento transessuale anche sul tema di questa immagine si sta aprendo un dibattito critico cosciente, che tende al superamento non solo della prostituzione- come abbiamo già visto- ma anche di certi cliché eccessivamente vistosi.  A questo proposito nell’introduzione al libro di Porpora Marcasciano, Maria Gigliola Toniolo scrive: «Porpora, forte del suo straordinario istinto militante, ha finalmente visto oltre, lasciando dietro di sé certi fatiscenti spettacolini imbrillantati, buoni ormai soltanto per il cazzeggio del carnevale e il piangere sterile su se stessi».

Il corpo

I mutamenti che i transessuali apportano alla propria immagine non sono semplicemente relativi all’abbigliamento e al trucco (come nel teatro), in quanto queste trasformazioni sfondano la “buccia” dell’esteriorità per radicarsi all’interno, modificando la struttura fisica del corpo stesso.

Come sappiamo, i transgender (e le neo-donne) non si limitano a travestirsi (Mercurio/Plutone/Casa I/Casa II), ma assumono ormoni femminili che inibiscono la produzione del testosterone (l’ormone che determina i caratteri maschili), e favoriscono la crescita del seno e l’infoltimento dei capelli, dando così avvio ad un processo di vera trasformazione del corpo che, nei casi estremi, prevede la rinuncia al pene e la creazione artificiale degli organi sessuali femminili. Ma anche nei casi meno estremi, frequentissimo è il ricorso ad interventi di chirurgia estetica, allo scopo di ricostruire un corpo e un volto ad immagine e somiglianza di quella “Donna” che è dentro di loro: zigomi e labbra siliconate, nasi rifatti, mandibole limate, elettrocoagulazione della barba, e via andare, fino a quella “rettifica” finale e definitiva che segna il grande salto senza ritorno (e cioè l’elisione del fallo) che solo alcuni osano.

In questo quadro, il corpo diventa quasi un grande giocattolo da inventare, scomporre e ricomporre grazie ai potenti mezzi delle moderne tecnologie chirurgiche, sfidando una natura che si ritiene fallibile, e che va corretta con le nuove divinità della Tecnica e della Chimica, in quella scienza nella quale si ha una cieca fiducia.

Molti trans sembrano considerare il corpo come una sorta di “macchina” costituita da pezzi intercambiabili, e non come un tutto inscindibile dall’anima, perché l’anima è altrove, ed è diversa da quel corpo che la rappresenta, un corpo estraneo, nemico, di cui impadronirsi per piegarlo ai propri bisogni e desideri, a quei modelli interiorizzati che spesso scivolano pericolosamente nello stereotipo mediatico.

Questa visione tecnicistica del corpo, questo rifare in serie, ci conducono inevitabilmente a Urano, ed in particolare all’Urano della Vergine, il segno del corpo, della medicina, della tecnica, della produzione seriale e, per estensione, delle protesi e dei pezzi di ricambio.

Qui però c’è da osservare che questo fenomeno assume oggi una dimensione sociale ben più allargata che agisce al di là dell’orientamento sessuale e dell’età; una “moda”, dunque, che gli attuali transiti di Nettuno e Urano in Aquario[11] (altro segno della tecnica qui applicata alle trasformazioni) contribuiscono certo a far dilagare: lifting, liposuzione, fitness, pillole dimagranti, impianti di capelli, protesi al silicone, e ogni possibile variante di chirurgia estetica, ma anche alimentazione trans-genica.

Siamo ormai immersi nella cultura del corpo, anzi, del Mito del “Corpo perfetto”, inteso non come equilibrio olistico, e quindi psico-fisico-estetico, ma come prodotto meccanicistico dell’altro Mito, quello dell’infallibilità e dell’onnipotenza della Scienza moderna, coi risultati immaginati da Huxley nel suo avveniristico e disumano “Mondo Nuovo”, o all’opera di Mary Shelley.

A questo punto della nostra analisi sembra come non mai emblematico che l’ascendente dei soggetti analizzati cada più di frequente proprio nel segno della Vergine (6/31)[12]. Mercurio forma con Urano il suo maggior numero di aspetti e il suo picco di aspetti positivi (19/51, di cui 15 benefici). Questi dati confermano i risultati precedenti, dato che l’alleanza Mercurio Urano si trova nella Vergine, (e aggiungiamo nel gioco delle trasparenze, anche nei Gemelli, segno che, come già visto, è molto stimolato nel contesto di questa ricerca).

Nelle loro testimonianze, i trans utilizzano spesso un linguaggio prettamente uraniano, in cui per esempio l’operazione di elisione del pene viene definita tout court “rettifica”, quasi si stia parlando di una marmitta o di un carburatore. Ma ancora , sono utilizzate espressioni come “rimappatura dell’identità”, e “re-engeneering fisiotecnologico e chimico-ormonale” del corpo[13]. Helena Velena, poi, riesce ad essere sommamente e consapevolmente esplicita quando dichiara, quasi come a “manifesto”: «Un tempo era Pane & Terra. Ora è Libertà & Silicone & Silicio nei computer, ma anche nel nostro corpo».

Specie in passato, quando le pratiche bisognava effettuarle di nascosto, le infiltrazioni di silicone e l’assunzione di ormoni avvenivano spesso con una leggerezza avventata degna di quel Mercurio/adolescente eversivo e un po’irresponsabile (che è il vero fil rouge di questa ricerca), con conseguenze di frequente lesive della salute e dell’equilibrio psicologico.

Come racconta Nadia: «Quando cominciai a fare gli ormoni, non c’erano dottori che ti seguivano,era tutto basato sulla sperimentazione diretta … Vedevi gli effetti sulle altre, magari c’era quella che ne faceva molti e non aveva risultati, l’altra che ne faceva meno ed aveva un seno enorme, quella che con gli ormoni impazziva e l’altra che si rilassava»[14].

Il mutamento del pene con la complicità degli ormoni è efficacemente espresso dai frequentissimi aspetti Nettuno-Marte (22 su 51, tra l’altro numero massimo di aspetti formati da Marte stesso), mentre i ritocchi effettuati chirurgicamente si riflettono negli altrettanto frequenti rapporti Urano-Marte (21 su 51).

Ricordiamo che l’aspetto Urano Marte troneggiava nel cielo di nascita della prima operazione di conversione sessuale della Storia, e che i due pianeti si ritrovano nuovamente nella Vergine, data l’esaltazione di Marte in trasparenza nel Sesto segno. Questo dato sembra evidenziare la necessità di un atto di forza (Marte) che lo Zodiaco impone alla Vergine, segno del controllo della tecnica (Urano) sulla natura, in una sorta di “giardinaggio” del corpo, modellabile e sostituibile a piacimento.

Di questo Marte, sappiamo che viene a trovarsi più spesso in Casa I, e che predilige gli aspetti con Urano e con Nettuno: ma quali segni occupa più di frequente?

Dalla nostra indagine emerge che il pianeta rosso sceglie i tre segni d’Aria: Gemelli (7/51), Bilancia (7) e Aquario (6), a segnalare una sessualità agganciata agli stimoli mentali più che a quelli carnali in senso stretto. D’altro canto, quella transessuale sembra un’identità sessuale prima di tutto interiorizzata ed elaborata a livello mentale, cui solo in seguito il corpo potrà conformarsi. Senza considerare che l’assunzione di ormoni provoca quasi sempre un calo della libido e nel caso delle neo-donne l’orgasmo diviene molto raro.

A questo punto non sorprende un dato che ci aveva inizialmente spiazzati: la scarsa presenza di valori riconducibili alla Casa V.

La Casa V “disertata”

All’inizio di questa indagine ci aspettavamo di ritrovare forti valori Casa V, per eccellenza settore della sessualità e degli eccessi, ma così non è stato, anzi: la Casa V è in assoluto la più disertata dai pianeti (solo 13 presenze su 31 Temi domificati, contro le 44 dalla Casa II e le 41 della Casa I); dato ancor più sconcertante è che sia il Sole che Giove e Plutone non compaiono mai in questo settore, mai occupato quindi da tali pianeti che simboleggiano le forze espansive, libidiche ed erotiche dell’Io.

Ad ulteriore conferma, la Casa V non cade mai nei due segni di cui Giove e Plutone sono signori, e cioè, Toro e Scorpione e si trova solo una volta nel Leone, segno cosignificante del quinto settore di cui il Sole è governatore.

I segni in cui più spesso, invece, si colloca la Casa V sono Cancro (7/31) e il Capricorno (6/31), ad indicare nel primo caso una sessualità lunarizzata, immaginata, femminilizzata, e nel secondo caso il rischio di solitudini e frustrazioni in questo campo.

Ma andando avanti nell’indagine, l’iniziale stupore è andato via via scemando, fino a lasciare il posto ad una profonda comprensione della logicità di questi risultati: l’astrologia non sbaglia mai, in quanto rispecchia oggettivamente la realtà e non il nostro bagaglio di pregiudizi, supposizioni e luoghi comuni. E, infatti, quel che in realtà il più delle volte accade nel caso dei transessuali analizzati corrisponde più ad un “sacrificio” o ad una “sublimazione” degli appetiti erotici che non ad una loro gioiosa e goduta espressione. Questo rappresenterebbe un espressione del quadrato simbolico che si forma in astrologia tra Quinta e Seconda (in questo caso la più occupata da pianeti), come se un puntare eccessivamente sull’immagine di sé comportasse un disinteresse per la sessualità elementare e primordiale della Quinta. Il piacere viene invece recuperato dalla Casa I (l’altro settore che ospita il maggior numero di pianeti), Casa di Fuoco tecnicamente in armonico trigono con la Quinta, quasi a controbilanciarne la dose di protagonismo vitalistico.

La “latitanza” della Casa V assume anche un altro importantissimo significato (tranne rarissime eccezioni): l’impossibilità di procreare dei figli.

Specularmente, però, anche la Casa XI/Aquario risulta penalizzata: nell’Undicesima non ci sono mai stellium planetari, e così nemmeno nell’Aquario, segno in cui il Sole compare solo una volta su 51 casi, mentre Giove lo diserta completamente; l’Aquario è anche uno dei segni meno occupati in assoluto. Cosa vogliono dirci questi risultati? Forse che in genere i trans danno uno scarso peso a quei valori di equilibrio e sereno distacco tipici della Casa XI? Oppure ancora, porre l’accento sulla loro oggettiva difficoltà ad avere amici veri e duraturi, che non siano contemporaneamente rivali, concorrenti, amanti o clienti?

Per ora non ci resta che lasciare parzialmente in sospeso questi interrogativi.

Hermes & Afrodite

Dall’amplesso tra Hermes e Afrodite nacque l’Ermafrodito, un giovinetto con seno femminile e lunghi capelli, dalle caratteristiche bisessuali.

Astrologicamente, l’incontro tra le due divinità corrisponde ad un aspetto positivo tra Mercurio (Hermes) e Venere (Afrodite). Ebbene, nei Temi Natali analizzati questo è proprio uno degli aspetti più frequenti di Mercurio, subito dopo quelli con Urano, e compare ben 17 volte su 51 casi, un aspetto che per altro ribadisce i contenuti mentali e adolescenziali della libido dei transessuali.

Ne I Miti Greci, Robert Graves ipotizza che l’Ermafrodito, ma anche le dee barbute come Afrodite cipria e dèi effeminati come Dioniso, simboleggiassero stadi sociali di cambiamento profondo, come avvenne durante la transizione dal matriarcato verso il patriarcato.

Probabilmente anche nella nostra epoca la crescente diffusione di casi di transessualità segnala la tendenza ad una transizione di ugual portata… ma di segno inverso?

Concludiamo con una curiosa notazione astrologica: nei giorni in cui svolgevamo la nostra ricerca Sole, Mercurio, Marte e Saturno transitavano proprio il segno dei Gemelli: una semplice coincidenza… oppure è un altro dei trucchi di Hermes?

maggio/giugno 2002

Bibliografia

– Lisa Morpurgo, Tutte le opere

– Robert Graves, I Miti Greci, Longanesi- 1955

– A. Morelli, Dei e Miti, Melita- 1994

– Porpora Marcasciano, Tra le rose e le viole,Manifestolibri- 2002

– Helena Velena, Dal cybersex al transgender, Castelvecchi- 1995.

Ringraziamenti

Ringraziamo Nicole De Leo, Enzo Pellegrino, Maurizio Spennato, Rosalba Losito e Simone, Alessia del Caffè Nero, Jo Staiano, Gloria, Marcella Di Folco e Porpora Marcasciano del M.I.T. di Bologna.


[1] Il Capricorno è bersagliato da Urano in opposizione dal Cancro, dai due quadrati di Saturno e Nettuno in Bilancia, e nella prima parte dell’anno, dal quadrato di Giove in Ariete.

[2] Il pur femminilissimo segno dei Pesci non è ascrivibile al novero di un femminile tradizionale, dato che le sue valenze Casa XII sfuggono per propria natura a ogni tipo di classificazione e tradizione.

[3] H. Velena,  Dal Cybersex al Transgender.

[4] Il Parlamento Italiano approva la legge che consente il cambio di sesso e di dati anagrafici il 14/4/1982.

[5] Per questo ci sentiamo grati debitori a tutti quegli amici, amici di amici e perfetti sconosciuti che hanno voluto darci una mano.

[6] Esclusa la Luna.

[7] Porpora Marcasciano, Tra le rose e le viole.

[8] Cfr Porpora Marcasciano.

[9] Cfr. Porpora Marcasciano.

[10] Su 51 Temi Natali domificati.

[11] La stesura della presente relazione risale al periodo maggio-giugno del 2002.

[12] Subito dopo la Vergine, il sesgno che ospita più ascendenti è il suo opposto, quello dei Pesci, del quale Nettuno-metamorfosi è signore.

[13] Cfr. H. Velena. Si noti che il termine inglese engeneering si fonda sulla radice engine, che significa letteralmente “macchina”.

[14] Cfr. P. Marcasciano.

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