di Francesco Astore

Il termine discoteca sembra esser nato dal nome di un piccolo bar parigino, in rue Huchette dove si potevano allora trovare i 45 giri di jazz, tale nome “La discothèque” appunto, si scelse per analogia al vocabolo francese “bibliothèque”, il luogo dove si conservano i libri. Qui però oltre a comprare i dischi, si poteva anche ballare: questa la sorprendente novità di quel posto.

 Negli anni ’50 e ’60 la musica nei luoghi d’intrattenimento e di ritrovo, proveniva dal palcoscenico dove suonava l’orchestra (mentre nelle balere italiane esisteva il tipico “complesso”, spesso a carattere artigianale), la sostituzione delle esibizioni fino allora dal vivo, con le melodie registrate nei dischi, costituì senza dubbio per i gestori dei locali notturni una novità senza precedenti.

 “Arthur” fu la prima vera discoteca di New York inaugurata nell’East Side nel ’65, e il motivo “At the discothèque” cantato in quel periodo da Chubby Checker, fece sì che tale termine passasse rapidamente di bocca in bocca e si imponesse come nuova moda, soprattutto sul finire degli anni ’60 e poi meglio assestandosi come termine acquisito, con gli inizi dei ’70.

In Italia il mitico Piper Club, nel ’69 è definito “un nuovo tipo di ambiente per un nuovo tipo di divertimento, teatro, locale da ballo e galleria d’arte”, dove si andava “per smettere di contemplare nature morte e diventare una vivente opera d’arte”, dove oltre agli hippies di Trastevere, circolavano personaggi del mondo dello spettacolo, del design, e potevi imbatterti in Veruschka, mentre la nuova musica esternava i cambiamenti che stavano avvenendo negli stili e nelle preferenze della popolazione giovanile. Tuttavia il Piper è un club elitario, pur anticipando sinteticamente alcune tendenze, quali l’innovazione dei dischi, l’esibizione dell’immagine, la voglia di stupire ad ogni costo, rimane ancora lontano dai successivi luoghi in grado di ospitare un gran numero di persone che saranno poi le discoteche di massa.

Lo spettacolo, lo sfarzo, il desiderio di brillare, di essere e sentirsi “speciali” in un luogo raffinato, esclusivo, tutto ci riporta al Leone, segno effettivamente assai sollecitato come fra poco vedremo, dai pianeti più lenti e potenti e dunque in grado di creare nuovi scenari nel teatro degli eventi storici, quando il fenomeno discoteca nasce e si afferma.        

 Nettuno come musica, come metamorfosi del costume e come “sentire collettivo” di un’epoca, nel ’70 sta abbandonando definitivamente l’eversivo ed intellettuale Scorpione per installarsi nel ‘71 nell’avventuroso, e meno cerebrale Sagittario.

 Il ’70 è un anno in cui il pianeta va avanti e indietro tra un segno e l’altro: siamo alle “prove generali”, all’inizio del cammino di Nettuno in uno dei suoi punti zodiacali, giova ricordarlo, prediletti (Sagittario, domicilio base), segno portato comunque verso l’esplorazione di nuovi territori, verso una ricerca entusiastica a volte ingenua, quasi infantile del nuovo. Si osserva una fase di confusione creatrice, ma anche di sbandamento, quasi che il pianeta debba assestarsi, adattarsi, proiettarsi verso le nuove mete proposte dal segno in cui è da poco entrato. Si aprono dunque nuove strade di ricerca, si percorre una “spazialità” interiore ed esteriore (Sagittario, spiritualità e viaggio), si presentano nuove forme di sperimentazione, quali ad esempio il rock romantico, elettronico, spaziale o il trasgressivo, più avanti punk.

 Artisticamente e musicalmente siamo in un momento di “trapasso” intorno al ’69 ed il ’72, assistiamo alla fine del Beat ma anche della psichedelia celebrati nel decennio precedente con Nettuno Scorpione. Si sciolgono i Beatles, muoiono, consacrandosi all’olimpo degli immortali, personaggi come Jimmy Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e con loro declina anche l’epoca dei travolgenti anni Sessanta.

Grandi cambiamenti incontriamo anche sulla scena del jazz, immediatamente dopo l’era del free jazz, jazz di rottura aggressivo, atonale e provocatorio (dettata dal Nettuno Scorpione violentemente sollecitato nella creazione di modelli controcorrente), troviamo la svolta del jazz-rock non più basato sulla ritmica del tempo ‘dispari’ tipica dei precedenti ’50 e ’60, ma del tempo ‘pari’, abbiamo un tentativo di connessione con una ritmica ossessiva, la fusione di jazz e salsa cubana, da cui prenderà spunto il nascente sound disco. 

Nettuno come musica, dal Sagittario proietta uno sfolgorante trigono a quel Leone che raccoglie le simbologie di tempo lento, caldo e edonistico dell’estate, di ritmo delle pulsazioni cardiache (il lontanissimo pianeta Y, respiro del tempo, si esalta in questo segno), infondendo una regolarità ritmata alla sonorità, ossessiva, penetrante, a volte assordante. Potremmo definirla una sorta di “mantra” che incessantemente invita alla liberazione della danza ed al contemporaneo rituale del corteggiamento, preludio all’accoppiamento, Casa Quinta (cosignificante del Leone), sessualità e riproduzione.

 Ma le simbologie della Casa Quinta si riferiscono anche alla vita notturna, alla propensione a trascorrere la notte svegli per puro desiderio di svago, di spreco allegro e incosciente di energie, ebbene le sollecitazioni planetarie sul Leone dal ’71 inaugurano quella felice stagione che consentirà all’emergente pista della discoteca di imporsi sempre più come cultura del divertimento di massa nelle notti degli anni che verranno.

 Non siamo più alle notti nelle balere, né nei privèe per ricchissimi sfaccendati, ora davvero tutti parteciperanno a questo divertimento collettivo, entrando in questo nuovo circo equestre (simbologia della Casa Quinta), lasciandosi andare ad un piacere a volte solo consumistico ed emulativo, altre volte saranno stupiti e rapiti dallo sfavillare di lustrini, dagli effetti speciali quali i fumi, le bolle di sapone, le luci stroboscopiche, ma condizionati dall’evento in questione più o meno massicciamente.

 Nel 1974 in America c’erano 1500 discoteche, l’anno seguente il numero era salito a 10.000.

Proprio tutti vorranno provare il divertimento, etimologicamente dal latino divertere, volgere altrove, sconfinare dalla realtà, distogliere l’attenzione, ma ancora curiosamente, ritornano alcune delle simbologie della Quinta in un’altra accezione del termine, derivata questa volta dall’indicazione da spartito musicale, ‘divertimento’ è un componimento scherzoso-amatorio, un intrattenimento per allegri innamorati.

Guardando i pianeti lenti negli anni ’70, tutti proiettano felici influssi sul Leone (fino all’anno 1975, da considerarsi come una specie di apogeo), segno così intensamente coinvolto nella proposizione di uno spazio di evasione ludica, nella ricerca di piaceri immediati ed effimeri, nella fruizione di una sessualità superficiale, nel vivere la notte come il giorno perché si vorrebbe che la luce del sole brillasse 24 ore su 24, e si vorrebbe la vita come eterno spettacolo privo di banali incombenze e necessità, un Tempo (ancora la Y nel Leone) di eternità gloriosa, insomma.

Urano insieme a Plutone inviano un benefico sestile, (Urano passerà al quadrato in Scorpione nel ’76, anno di svolta effettivamente dell’era disco che dai circuiti più prettamente underground passa alla consacrazione, non positiva, ufficiale), Nettuno al trigono, Saturno comincia il sestile crescente dai Gemelli.

Lo scrittore Truman Capote: “Lo spettacolo che si vede in discoteca è il migliore disponibile in città. È molto democratico: ragazzi con ragazzi, ragazze con ragazze, ragazzi con ragazze, neri con bianchi, capitalisti con marxisti e così via. Tutti insieme in unico grande mix.”  

 I ritmi forsennati e colorati della disco richiesero riuniti nello studio di registrazione collaudati professionisti freelance, chitarristi, batteristi, percussionisti, fino a intere orchestre sinfoniche in grado di eseguire le più insidiose strutture ritmiche (Nettuno in Sagittario esprime la convivenza, la “babilonia” di generi musicali, compreso il classico, in quella circostanza). L’impronta lasciata nella musica dance deriverà dall’abilità nel passare dalla musica latina al jazz con molta disinvoltura e dall’estro con cui le sedute di registrazione si potevano trasformare in incandescenti jam session. Molti brani salsoul contengono assoli jazz ultra concertati per opera di grandi maestri come Leon Zachery e l’organista Lenny Pakula.

 La disco nasce in America nei primi Settanta (Nettuno nel primo decano del Sagittario, gradi probabilmente degli interi Stati Uniti e sicuramente della città di New York), come reazione al rock dei precedenti Sessanta, germinata nel terreno dell’emarginazione latinoamericana e delle classi operaie, nei ghetti dei neri, nel chiuso dei ritrovi per gay. Nasce dunque, sia pur senza spinte e rivendicazioni politico-ideologiche di alcun genere, come un movimento di cultura musicale alternativo, fondamentalmente popolare dagli scarsi stimoli intellettuali e offrendo quindi una liberazione espressiva e fantasiosa priva di complicazioni mentali, come vuole il Sagittario in cui sta transitando Nettuno. Movimento abbastanza spontaneo e disinvolto, che non a caso farà trionfare le voci dei neri Barry White, Gloria Gaynor, Donna Summer, Boney M., Sylvester, delle ambigue Amanda Lear e Grace Jones, dei gay Village People, tutti personaggi che arrivano in maniera sagittarianamente avventurosa a diventare vere e proprie star di riferimento del firmamento disco.

 Quando i media tributeranno alla discomusic un’approvazione planetaria con “La febbre del sabato sera” nel ’77, si uscirà dalla dimensione sottoculturale, underground, innalzandosi alle vette della rilevanza mondiale, ed è lì che il fenomeno tenderà a rivestire caratteristiche sempre più massificanti, si arriverà ad una forma di normalizzazione e colonizzazione, disperdendo parte dell’originalità iniziale e dando origine alla sua parabola discendente.

Emblema della discomusic prima maniera fu Donna Summer, Capricorno ascendente Vergine, il suo Tema natale non poteva essere maggiormente in interazione, più sintonizzato di così sulle onde ritmiche a tutti i valori simbolici sin qui osservati, la Quinta è occupata da cinque corpi celesti, Sole, Giove, tra loro congiunti e poi abbiamo la triplice unione Luna-Mercurio-Marte tutti nel Capricorno, infine Venere è in Sagittario splendidamente sostenuta da Plutone in Leone e Nettuno in Bilancia.

 Donna Summer proviene da una famiglia piuttosto umile e numerosa, (la madre insegnante, seguace di una severa dottrina religiosa che vieta addirittura il trucco) inizia a cantare in Chiesa, ma presto viene sedotta dalla musica rock e il suo momento fortunato lo farà l’Europa, quando incontra l’italo-svizzero Giorgio Moroder che le fa incidere la sensuale “Love to love you baby”. In occasione della prima registrazione, Donna era così imbarazzata da poterlo cantare solo al buio. In questo brano (poi esteso a oltre sedici minuti) per molti versi rivoluzionario, ascoltiamo un ipnotico tour de force, con un’orchestrazione che accentuava deliberatamente il battito ritmico per invitare all’abbandono sessuale. L’estate ’75 segnò il trionfo di Donna, e del suo sound erotico-ammaliatore, Urano e Plutone Bilancia, Nettuno Sagittario, Giove in Ariete impressero da un altro punto di vista, naturalmente al quinto segno zodiacale un impulso a esteriorizzare nel palcoscenico dei night club il meglio delle sue prerogative, con il flusso della Disco- Summer.

‘Deus ex machina’ delle performance musicali di Donna e suo pigmalione fu Giorgio Moroder, Toro ascendente Aquario, paladino dell’Eurodisco (registrava in Germania), ha un Tema dai toni Fuoco, ma Giorgio può vantare soprattutto il prodigioso trigono Urano-Nettuno (ricorrente in tantissimi musicisti, cantanti e cantautori, come si sa nati nel ’40) e l’apporto di una musicale Luna in Sagittario e Decima al fortunato trigono di Giove Ariete e Seconda (il successo conquistato tramite una donna). Urano in Terza, Venere e Marte congiunti nei Gemelli, Mercurio in Ariete e Prima sono espressione del suo abile, facile, ascolto e della ricerca del suono giovane, nuovo oltre che delle sonorità alternative.

 Al di fuori dalla collaborazione con Donna, Giorgio eserciterà un’influenza fondamentale per molti altri artisti, in particolare la sua smagliante Seconda (il Cinema) occupata da Giove e dalla congiunzione Saturno-Sole gli farà comporre memorabili colonne sonore, per “Fuga di mezzanotte”, “American gigolo”, “Il bacio della pantera”, la riedizione di “Metropolis” di Fritz Lang.  

 Ma ritornando alla Summer, un brano in particolare, inizialmente confinato su una facciata B, doveva diventare la composizione forse più celebrativa dell’intero movimento disco, Donna l’aveva improvvisato in studio, quasi inconsapevolmente cantando su vibrazioni prodotte da un sintetizzatore moog, con spezzoni vocali e citazioni elettroniche in stile Kraftwerk: si trattava della magnetica “I feel love”. Le risonanze gelide, metalliche, seduttive di tale pezzo rimandano alla freddissima, ma solo apparentemente, Quinta della Summer che ospita forze planetarie vitalistiche, istintuali euforiche, pronte a liberarsi al momento giusto. Al Nettuno in Sagittario perfettamente congiunto a Venere diamo sicuramente il merito in quel ’76 – ’77 di enfatizzare le capacità espressive di Donna, ma non può mancare l’appoggio sostanzioso dell’eros di Plutone in Bilancia al sestile di Venere, pianeta dell’arte e del canto.

 Bilancia e Sagittario, detto tra parentesi, per più di un decennio occupati da Plutone e Nettuno, segni che ospitano in comune la presenza schematica del pianeta X-Proserpina (la natura autentica e genuina della sessualità femminile), determineranno a livello storico-astrologico lo scatenarsi del femminismo e inoltre una nuova affermazione, un più decisivo e pieno riconoscimento anche dal punto di vista artistico-musicale, della sessualità femminile e dei suoi richiami.

 L’apice della carriera fu raggiunto invece con “Bad girls” del ’79, raffinato doppio 33 giri dove si racconta la vita delle cattive ragazze di strada della Los Angeles di allora, per noi di nuovo ritornano i significati della Quinta questa volta come sesso facile, mercificato (Hot stuff), lussi e sprechi della gente famosa (Sunset people).

L’abbigliamento disco rispecchiò, a tal proposito, come non mai gli eccessi, il sesso consumato e comprato cari alla Quinta casa astrologica; look estremi di dubbio gusto, poliestere, maxi soprabiti di vinile, nudo ovunque, una quantità di polvere luccicante nei capelli, per “lei”; completo italiano, a volte pesante velluto viola, tacchi alla cubana, occhiali scuri e poi anelli, medaglioni un look in certi casi da “magnaccia” per “lui”.

In Italia, regina indiscussa della Discomusic ambigua, sarà, la tanto nota, ironica e ammiccante Amanda Lear, nata ad Hong Kong, modella del Toro Salvador Dalì.

 Era o non era un transessuale?

 Lei non fornì mai una risposta, sfruttando genialmente l’enigma creato attorno alla sua figura.

Brani come “Enigma” e “The Sphinx” chiariscono gli intenti del suo gioco di specchi, mentre pezzi come “Tomorrow” e “Queen of Chinatown” la consacreranno a star disco di prima grandezza.     

Altro animale da palcoscenico l’affascinante modella giamaicana Grace Jones, movenze da pantera, corpo statuario spesso seminudo, Grace incarna un tipo di disco mondana e sofisticata, si afferma per l’appunto ad un luccicante party parigino quando salta improvvisamente su un tavolino e comincia a cantare in maniera stonata, e lì che invece di essere messa alla porta per disturbo alla quiete pubblica, si vede proporre un contratto discografico.

L’interpretazione autoironica e camaleonticamente sregolata di un classico sentimentale della Piaf sarà il lancio nel firmamento disco, il celebre remake de “La vie en rose”.

Grace è una Toro con Venere e Giove non congiunti nel segno, ma che ben esternano il potere, la forza dell’immagine, non si tratta di un’immagine taurinamente rassicurante ma ansiosamente trasgressiva (Venere al quadrato di Plutone, Giove all’opposizione stretta di Marte in Scorpione). La Luna Ariete ben spiega il suo calcato protagonismo, l’aggressività, l’androginia più apparente che reale. I valori Toro le apriranno le porte del Cinema, anche per significative apparizioni in film di successo.

E arriviamo ora all’anno 1977, i Sex Pistols dedicano alla regina l’inno punk ‘God save the Queen’, muore Elvis Presley, muore Maria Callas, ecco che esce “La febbre del sabato sera”. È il momento in cui le case discografiche decidono di ricavarci dei soldi da un movimento diventato ormai mania di massa.

 Urano da poco entrato in Scorpione quadra il Leone, mentre gli altri pianeti mantengono le posizioni precedenti.

Il film mostra il disagio giovanile, la delinquenza minorile e il ballo come sola forma di evasione. Un film che non era stato tanto difficile da realizzare. La parte più importante la giocavano la musica e il ballo.

 Il ballo del momento, l’hustle, uscito dal ghetto latino è il nuovo passo in coppia leggero e piacevole che farà apparire di colpo arcaico il selvaggio abbandono hippie degli anni post-Woodstock e verrà  eternato da John Travolta in “Saturday night fever”.

 Urano (immediatezza e pragmatismo) nei primi gradi dello Scorpione, insieme a Giove (dilatazione) nei primi gradi del Cancro nella seconda parte del ’77, stanno proiettando un bel trigono ai primi gradi dei Pesci (i piedi e la danza) magnificando dunque l’espressione di un ballo popolare semplice e alla portata di tutti come l’hustle.

 Travolta è un Aquario dotato di un Sole congiunto a Venere nei primi gradi dei Pesci, gradi del ballo sostenuti nel ’77 da un luminoso trigono di Giove in Cancro. Nettuno trigono al Sole fa di lui il personaggio ideale per il film, il ragazzo di origine italiana un po’ scapestrato un po’ dall’aria dolce, Tony Manero, che si riscatta evadendo da una quotidianità avvilente con la fuga nella magia della danza.

 Venere nei Pesci trigona nel suo Tema ad un Saturno Scorpione provocatore e controcorrente, negli anni della maturità gli farà poi ironizzare il suo ruolo di ballerino, demistificando la sua immagine di icona disco, nel film “Pulp fiction”.

 “La febbre del sabato sera” rappresentò un fenomeno di cultura popolare, ed esibiva temi scomodi come gli atteggiamenti maschilisti, la rivalità tra razze, la mentalità da banda, il modo di parlare sporco, era un film coraggioso, tanto che la Paramount si vide costretta ad approntare una versione purgata del film.  

 Nella colonna sonora ci sono brani collaudati come ‘Disco Inferno’ dei Trammps, ma l’aggiunta di altri cinque pezzi venne affidata ai Bee Gees, i tre fratelli australiani influenzati musicalmente dalle sonorità del rock classico, composero ‘Stayin Alive’, ‘If I can’t have you’, ‘How deep is your love” canzoni che raccolsero un consenso planetario, ma principalmente ‘Night Fever’ divenne parte integrante del titolo del film (che ancora non era stato deciso).

Il ‘New York Daily News’ così informava sui pericoli della disco: “La mania che sta diventando il fenomeno culturale degli anni Settanta affonda le proprie radici nel narcisismo. Immersi in una musica assordante e in una frenesia di luci scintillanti, i ballerini eseguono i propri passi, raramente toccandosi, senza mai guardare o parlarsi. È come stare davanti a uno specchio. C’è uno spazio ridotto per l’amore, la filosofia che permea il mondo disco si traduce nel crescente numero di divorzi, nell’invasione di libri e movimenti sull’autostima”.

 I Bee Gees furono accusati di aver ucciso la disco-music dopo averla portata al primo posto nel mondo, in realtà il movimento era giunto ad un apice da dove poteva soltanto cominciare una sia pur lenta discesa.

Sul finire dei Settanta, complice la lunga sotterranea insistenza del quadrato di Urano in Scorpione, in America si prendono palesi posizioni anti-disco, specie ad opera di quasi tutta la stampa musicale specializzata.

Chiuderanno il mitico Studio 54 e il Regine’s: l’era disco stava per essere soppiantata dalla più venale, arrivista era yuppie.

Per gli afroamericani la disco rinacque in forma di rap e coloro che andavano in discoteca continuarono comunque ad andarci, qualsiasi fosse la musica in circolazione, acid house, HI-NRG, garage, jungle, hip pop, trip pop, jungle, drum and bass, techno, rave, nuyorica…tutte derivate però dalla disco, dalla musica da discoteca.

L’unica differenza è che mentre prima era il club a dettare il trend, oggi il polo di attrazione principale è il deejay.

Ed è con uno sguardo astrologico a questo simpatico personaggio che vorrei concludere questa relazione musicale – astrologica.

Ma chi è il deejay? Come nasce questo ‘figlio della disco’, attualmente vivo e vegeto, anzi anima principale, delle serate di un qualsiasi locale che non si può certo permettere di non averlo.           

Il movimento musicale disco ha per l’appunto creato queste figure di menestrelli in grado di sopravvivergli e di attraversare addirittura gli anni Duemila, la rivoluzione assoluta la compirono quei ragazzi addetti a far ‘girare’ i pezzi da ballo nelle discoteche, furono i primi disk- jockey, poi contratto in deejay, che da questo punto in poi assumeranno sempre più importanza nell’evoluzione del sound disco e di tutti i mutamenti sonori intervenuti poi successivamente.

 Il deejay per fregiarsi degnamente di questo nome doveva muoversi, viaggiare, andare in pellegrinaggio in luoghi mitici come il 12 West e il Paradise Garage a New York o al City di San Francisco, parlare con i commessi per sapere cosa e dove si suonava e con chi, essere informato, insomma su tutto, conoscere il maggior numero di posti in auge frequentati … 

Chi se non il vivace segno dei Gemelli poteva far sue tutte queste simbologie?

Segno che Saturno percorse tra il ’71 e il ’73 (la costruzione, il ruolo di un personaggio destinato a durare) e che sostennero i formidabili trigoni di Plutone prima (il seme creatore capace di mostrare i frutti e maturare in seguito), e di Urano poi (l’innovazione tecnologica), in Bilancia.

 La concomitante opposizione ai Gemelli di Nettuno in Sagittario, dimostra l’opera di confusione, di fibrillazione ansiosa, di scomposizione e corrosione dei modelli musicali di quel periodo: da questo fervido processo di tensione estrosa si avvarranno i deejay più bravi ad ottenere risultati brillanti.  

Così scriverà Jussi Kantonen, in ‘Love train’:  “I deejay degli anni ’70 sono stati i pionieri di quella che oggi è finalmente riconosciuta come una forma d’arte: generare caleidoscopiche tessiture sonore mettendo in sequenza una serie di dischi, in seguito la scienza del mix diverrà sperimentazione, durante le innumerevoli ore passate nei club provando e conteggiando le battute con il metronomo, prima dell’orario di apertura”.

La musica techno, house, garage trova le radici nell’intervento personale che diviene via via più massiccio da parte dei deejay, in special modo negli anni ’80 e ’90 ( con il tramonto definitivo della disco) quando i nati con la congiunzione iper-tecnologica Urano-Plutone in Vergine possono sfruttare la  concomitante ambiziosa congiunzione Urano-Nettuno in Capricorno e dunque riformulare, riciclare, riaggiustare a proprio piacimento moduli espressivi precedenti, ma guidati da un’irresistibile prodezza tecnica.

 Si pensi a come il mixer interviene sulla tecnologia della musica, le produzioni attuali di artisti come i Chemical Brothers, di Tricky, di Eminem, sono una conferma lampante dell’influenza esercitata da quella che potremmo chiamare ‘cultura della manipolazione tecnica’ della musica.

Ritornando ai nostri fatidici ’70 occorre notare che all’epoca i singoli 45 giri erano divisi in parte A e parte B, la A costituiva il corpo centrale della melodia, mentre la B conteneva materiale strumentale addizionale, il deejay si vedeva così costretto a mixare i due dischi su due piatti separati, per estendere la lunghezza dei brani più famosi. Il formato decisivo inventato (Urano tecnica ed inventiva al trigono dei Gemelli –d.j,) affinché la disco dance dilagasse con le mirabolanti performance dei nostri erogatori di musica, fu il 12”: ora le canzoni si trasformavano in composizioni dagli effetti più incredibili, permettendo esecuzioni ‘narrate’ e vere e proprie operette pop.

I Gemelli, tra parentesi, entrarono ancora in gioco, con l’esaltante trigono di Urano dal ’68 al ’75, anche vuoi al  contributo fondamentale delle stazioni radio (la radio Gemelli), in America gestite all’inizio dai neri, minoranza come s’è visto promotrice della diffusione del movimento disco, ma anche in Italia l’avvento delle radio libere contribuì non poco all’espansione della nuova tendenza.

Ecco dunque i veri figli partoriti dalla spumeggiante, teatrale, un po’ pacchiana e volgarotta ma, sicuramente stimolante, epoca disco, veri eredi di quella miscellanea di musiche e motivi che l’avevano vista nascere (con Nettuno in Sagittario), essi apprenderanno la lezione della commistione feconda dei generi, del rimescolamento creativo (favoriti in questo dal potente transito di Plutone in Sagittario a ‘dar corpo’ alle idee e alla musica nettuniane), riassumendo di volta in volta l’itinerario sonoro di un presente frenetico, divenendo interpreti della disponibilità a mutare del sound contemporaneo.                  

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