Il rapporto tra astrologo e cliente

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La consulenza astrologica è a tutti gli effetti una relazione d’aiuto, in quanto parte sempre da un bisogno del cliente: conoscersi meglio per capire il perché di abitudini, atteggiamenti, paure, attrazioni, difficoltà, desideri, conflitti, dubbi.
Che si tratti di un amico, di un parente o di un cliente in senso stretto, è una pratica seria e professionale che implica anni di studio e di esperienza sul campo, merita rispetto e va fatta rispettare: a meno che non si tratti di giocose conversazioni salottiere, dichiaratamente tali.
Di astrologi improvvisati e cialtroni purtroppo è pieno il mondo, così come di astrologi catastrofisti, paranoici, iper-egocentrici, manipolatori, para-magici, fatalisti, giudicanti, fomentatori di dipendenze, paure, sensi di colpa.
In un rapporto equilibrato, consapevole, sano e produttivo l’astrologo è un esperto nel suo specifico campo d’azione che si pone non già come preveggente o guaritore, e neppure come saggio consigliere, bensì come facilitatore: collabora con le proprie conoscenze e la propria umanità al superamento delle problematiche del cliente, facilitandone il percorso.
Un bravo astrologo deve sforzarsi il più possibile di non giudicare, non consigliare e non manipolare. Il suo compito è invece quello di accettare, accogliere, dare una mano al cliente a riconoscere e sfruttare le proprie risorse attraverso l’auto-esplorazione che l’analisi del TN consente, di modo che il cliente possa prendere decisioni che saranno le sue, le uniche giuste per lui, e non le nostre, quelle che gli consiglieremmo sulla base della nostra personale visione del mondo.

Le proiezioni dell’astrologo. Un bravo astrologo si sforza – per difficile che sia – di non proiettare se stesso nell’analisi dell’altro e quindi – per esempio – non dirà al suo cliente con un Saturno in prima Casa che è troppo rigido, solo perché lui – l’astrologo – è uno di quei Pesci particolarmente scombinati che tenacia e responsabilità non sanno bene dove siano.

Tantomeno inciterà il cliente a buttarsi in un amore romantico e disperato solo perché lui – l’astrologo – ha una venere nettuniana.

Un bravo astrologo accoglie e non giudica, dicevamo, ma neppure collude: atteggiamento frequente in chi vuole entrare nelle grazie del cliente per fidelizzarlo.

L’atteggiamento giusto non è: adesso ti spiego chi sei.

Ma semmai, al contrario: perché io possa aiutarti ad esplorare te stesso, aiutami a capire come si esprimono le simbologie presenti nel tuo Tema Natale.

Perché le simbologie, come sappiamo, non sono mai univoche: il cliente con Marte in prima Casa magari è uno sportivo, un militare di carriera, uno che fa sesso spesso e volentieri, un appassionato di moto o di coltelli antichi, non necessariamente uno stupratore o un violento.

Quindi un bravo astrologo non emette sentenze inappellabili, ma si confronta col cliente rispetto alle ipotesi che il TN gli suggerisce, e sottolineo ipotesi: anche se tutte le Venere in Toro che abbiamo visto fin a quel momento sono gelose e possessive, non è affatto detto che quella Venere, di quel particolare soggetto, lo sia, o che lo sia in tal modo da costituire la causa delle problematiche affettive che lo preoccupano.

In certi momenti tecniche e manuali sono utili, ma in altri dobbiamo saper mettere da parte le regole che abbiamo imparato e guardare quella persona, unica e irripetibile, che abbiamo di fronte: le regole sono il dito che indica la luna, ma la luna è il cliente.

Ecco perché più ancora che parlare e far sfoggio della propria preparazione, un bravo astrologo deve saper ascoltare, dare attenzione all’altro, invogliarlo senza strattoni a raccontarsi, mettersi nei suoi panni, guardare le cose attraverso i suoi occhi, anche e soprattutto se si tratta di una persona completamente diversa da lui.

In una parola: un bravo astrologo deve avere empatia.

Qualunque discorso sulle relazioni d’aiuto non può non partire dal pensiero del padre del counseling e della psicologia umanistica, Carl Rogers, il terapeuta grazie al quale per la prima volta nella storia della psicoterapia il paziente diventa cliente, non più caso clinico ma persona.

Secondo Rogers: “Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare.” E potremmo aggiungere “quando mi sento accettato”, perché è questo il primo requisito di un buon astrologo: accettare il cliente per quello che è e che il suo Tema Natale racconta, aiutandolo a guardarsi, scoprirsi, accettarsi.

“In ogni organismo, uomo compreso”, scrive Rogers, “c’è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche. Gli individui hanno in sé stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima psicologico facilitante”.

Ed è questo il clima che un buon astrologo deve creare.

A cominciare dal setting, cioè dal luogo in cui ci si incontra, che deve essere il più possibile comodo, tranquillo, silenzioso e in grado di garantire al cliente il massimo della privacy (anche qualora l’incontro si svolga su skype).

La consulenza astrologica ha la funzione di aiutare il cliente a diventare se stesso, perché in una visione umanistico-esistenziale ognuno è perfetto in sé e possiede tutte le risorse per realizzarsi.

Ogni TN è un “organismo” unico e funzionale, con pregi e difetti che non potrebbero esistere gli uni senza gli altri: compito dell’astrologo è agevolare il processo attraverso il quale il cliente diventa consapevole di sé e delle proprie risorse per utilizzarle produttivamente nella vita.

E’ fondamentale realizzare – per noi stessi e per il cliente – che il punto non è “cambiare” per essere migliori o più felici, ma accettarsi per quel che si è, perché grazie all’accettazione possiamo diventare il meglio di ciò che già siamo: questo è il solo, vero, grande cambiamento.

I pianeti non sono forze esterne – se non ad un livello simbolico/sincronico – ma altrettante forze interiori che appartengono al soggetto in questione, ed è su quelle che bisogna lavorare, ricordandoci sempre che non esistono negativo e positivo in senso assoluto, ma semmai colorazioni differenti, e che ogni simbolo vive in sinergia col simbolo opposto: uno dei più straordinari insegnamenti dell’astrologia dialettica di Lisa Morpurgo.

Di fronte ad un Marte in Cancro un bravo astrologo condurrà dunque il cliente a domandarsi non già “come farò a vivere bene con le basse energie di questo Marte poco coraggioso?”, ma come posso esprimere al meglio le energie peculiari del mio Marte?

Un bravo astrologo deve aver lavorato su stesso e sul proprio TN: non obbligatorio, ma altamente auspicabile, un percorso di psicoterapia. O perlomeno di “analisi didattica e auto-esplorativa” del proprio Tema Natale con un astrologo di grande esperienza (ovviamente qualcuno con cui non ci sia già un rapporto di amicizia).

Un bravo astrologo deve avere umanità, sensibilità, anche intuito.

Ma, attenzione: quest’intuito non deve spingerlo a “stupire” il cliente buttandosi a “indovinare” certi tratti del carattere sulla base di una serie di indizi, molto spesso giusti: allo stesso modo che un bravo medico non dice al suo cliente: vuoi vedere che ti indovino quanto hai di glicemia?

Non siamo indovini. E certi indizi possono voler dire tutt’altro, e vanno comunque discussi col cliente che può accettarli o meno.

E anche nel caso in cui il cliente non voglia riconoscere certi tratti di sé, quel che conta non è che noi abbiamo ragione e lui/lei torto, ma il modo in cui lui/lei vede se stesso.

Un bravo astrologo non entra a gamba tesa nell’intimità del cliente, ma cerca delicatamente di aprirsi un varco. Non spinge né insiste, né tanto meno lo strapazza se il cliente fa resistenza o mostra preoccupazione.

Non lo condanna ad amori infelici a vita solo perché ha un Saturno brutto in 7° Casa, e neppure pompa le sue aspettative di grosse vincite al gioco sulla base di un Giove bellissimo in 8° Casa.

Sa bene che uno stesso transito può esprimersi in un ventaglio di almeno due o tre possibilità, e le espone tutte ponendole come ipotesi e non come certezze.

Un bravo astrologo può “cannare”, come qualunque altro professionista, ma ha sempre e comunque il dovere di non nuocere, non illudere, non demoralizzare, non mentire, e di porgere le cose con delicatezza e cautela, siano esse belle o brutte.

Un bravo astrologo non si fa usare alle stregua di un juke-box distributore di vaticini, rassicurazioni, gratificazioni e numeri al lotto.

E non mescola nella stessa sede l’analisi astrologica con altre tecniche rispettabilissime ma totalmente diverse quali per esempio la tarologia o la parapsicologia.

Un bravo astrologo rispetta sempre e comunque il segreto professionale e non divulga pettegolezzi e dati sensibili.

Non sparla dei suoi colleghi né tanto meno dei suoi clienti.

Anamnesi. Prima di fissare la consulenza, nel contatto preliminare telefonico o via mail l’astrologo richiederà tanto l’orario dell’estratto dell’atto di nascita quanto quello riportato dalla madre del soggetto: notizie sui Segni solari e sul lavoro dei genitori potranno aiutare a chiarire quale dei due sia quello giusto (in genere io chiedo anche al cliente di tornare al proprio vissuto di bambino e di definire con tre aggettivi le due figure genitoriali).

Gli/le chiedo anche – per meglio inquadrarlo all’interno dei meccanismi familiari – se è figlio unico, primogenito, secondogenito ecc.

E’ buona norma, se la consulenza verterà sui transiti previsionali, procedere ad una breve intervista sulla situazione attuale e sui progetti/aspettative a breve-medio termine, oltre ad accertarsi se i genitori siano ancora in vita (una opposizione di Urano al Sole, per esempio, non potrà mai riguardare il padre, se non è più in vita).

Inoltre un bravo astrologo procede se possibile all’anamnesi dei transiti del passato recente e lontano, per farsi un quadro del soggetto e del modo in cui i suoi pianeti e le sue Case tendono a reagire ai passaggi planetari presenti e futuri.

Le diverse tipologie di cliente. Un bravo astrologo impara nel tempo a riconoscere le diverse tipologie di cliente, tra le cui molteplici variabili annoveriamo:

– l’agente segreto sotto copertura, che pretende di non dire nulla di sé per non scoprirsi oppure per verificare se l’astrologo è uno che “ci azzecca”

– il logorroico, che parla sempre e solo lui, sordo a tutto quel che gli si dice

– il paranoico, che intravvede incidenti e disgrazie ad ogni passaggio di Saturno, Marte e magari pure Mercurio

– il pessimista, che entrerà e uscirà con l’inestirpabile convinzione che il suo tema natale faccia schifo e di conseguenza pure la sua vita

– il trionfalista, che è convinto di essere ad un passo da grandi traguardi e si offende se non glielo confermi

– il presuntuoso, che sa tutto lui, soprattutto in ambito astrologico

– il manipolatore, che mente all’astrologo e a se stesso pur di dare o mantenere una certa immagine di sè

– il seriale, che pretende di vederti un mese sì e l’altro pure e ti telefona anche di notte per aggiornarti sull’andamento dei suoi amori o delle sue azioni in borsa

– l’arrogante, che ti ritiene responsabile dei suoi insuccessi, delle sue scelte e dei suoi problemi affettivi, accusandoti di non averci azzeccato o di averlo mal consigliato.

Un bravo astrologo avrà un onorario ragionevole, commisurato alla propria esperienza e al tipo di consulenza. Mai lavorare gratis, se non per parenti e amici intimi: si rischia di svalutare la propria professione e di indurre il cliente a credere che si tratti di una cosa di poco conto.

L’ora di nascita deve essere il più possibile precisa: è importante confrontare i ricordi della madre con l’estratto dell’atto di nascita.

Nei casi dubbi, ci sono domande e tecniche per avvicinarsi a quella giusta.

La motivazione. E’ fondamentale che il cliente richieda una consulenza astrologica con una motivazione circoscritta e abbastanza chiara, per esempio:

– guardare più da vicino un proprio meccanismo interiore o atteggiamento caratteriale

– esplorare e affrontare un evento difficile

– individuare le ragioni di eventi ripetitivi indesiderati

– prendere una decisione

– avere un orientamento per studio, lavoro, attitudini creative

– approfondire l’andamento di una vicenda sentimentale o lavorativa

– esplorare una sinastria

– scegliere la data migliore per un evento (inaugurazioni, società, compravendite, matrimoni, operazioni chirurgiche, ecc.).

Personalmente, per ovvie ragione, non faccio mai consulenze in merito a gravi problemi di salute.

E non accetto d’incontrare clienti che dicono di volere la consulenza “per curiosità” o per conoscere il proprio tema o il proprio futuro “in generale”.

Vi immaginate un medico, uno psicologo o un idraulico a cui vengano richieste una visita o una seduta “per curiosità” o per “uno sguardo in generale”..?

Stabilire una motivazione significa sancire una sorta di “patto”, un’alleanza tra astrologo e cliente per convergere verso uno specifico obiettivo comune, e quindi anche per verificare se l’obiettivo viene in tutto o in parte raggiunto: non vendiamo parole, lezioncine o fumo.

Inoltre un bravo astrologo ha il dovere di rimandare ad altro professionista (psicoterapeuta, medico, legale, commercialista) il cliente che appaia squilibrato, seriamente depresso, ammalato, oppure gravato da problematiche legali o economiche di non facile soluzione.

Un bravo astrologo studia il Tema e i transiti ben prima dell’arrivo del cliente: certe cose non s’improvvisano neppure dopo decenni d’esperienza sul campo.

Un astrologo serio non si spaccia per psicologo, psico-astrologo, counselor o coach se non ne ha i titoli richiesti dalle normative vigenti (per essere un counselor professionista, per esempio, bisogna aver superato gli esami di tre anni di master con tesi finale, più 150 ore di tirocinio riconosciuto, e un percorso obbligatorio di psicoterapia)

Quanti incontri? A seconda dei casi si può concordare col cliente un ciclo di due o meglio tre incontri, oppure un incontro unico: in genere non basta un solo incontro se il cliente vuole esplorare se stesso, mentre può essere sufficiente un incontro annuale o semestrale per analizzare i transiti (sempre che in passato sia stato già analizzato in profondità il TN: condizione fondamentale per interpretare i transiti).

È bene sottrarsi ad incontri multipli ravvicinati (vedi alla voce “consultante seriale”).

Infine: ci sono clienti che per qualche ragione non sono nelle nostre corde e con i quali quindi non lavoreremmo al meglio. Dopo averlo capito, è meglio inviarli ad un collega che stimiamo.

Ma qual è il miglior approccio al Tema Natale per coglierne l’essenza, prima di analizzarlo in profondità in tutte le sue sfaccettature?

Ognuno nel tempo sviluppa il proprio metodo, quello che segue è il mio (passibile di future modifiche).

Gli elementi che analizzo per primi, ma non sempre necessariamente in quest’ordine, sono:

– la triade Sole/Luna/Ascendente

– la distribuzione dei pianeti nei quattro emisferi del grafico

– la carenza o preponderanza di uno o più Elementi

– i pianeti isolati o totalmente lesi (spesso veri fulcri del TN)

– stellium in Segni o Case ed eventuali effetti di risucchio

– l’evidenza di un’eventuale sindrome abbandonica o bipolare

– i pianeti nettunianizzati e plutonicizzati

– i pianeti vicini all’Asc o in prima Casa

– i pianeti vicini al MC

– il tipo di energia veicolata da Marte

– la Casa (e non il Segno né gli aspetti) in cui si trova il Nodo Nord

(quest’ultimo elemento, estraneo all’astrologia morpurghiana, per ragioni che non so spiegarmi è a mio parere uno degli indicatori parlanti rispetto alla “vocazione”, all’obiettivo cui tendere per una più compiuta espressione di sé, e va ovviamente confrontato con il tessuto complessivo del Tema Natale)

Passo poi a individuare un possibile “filo di Arianna” che collega tra loro tematiche ricorrenti – talvolta anche attraverso elementi di (apparente) poco conto – per provare a capire quali siano i circuiti mentali/emozionali prevalenti: ovviamente confrontando poi le mie ipotesi con il vissuto del cliente, a livello sia psicologico che pratico.

(Per esempio: in un soggetto con Asc Vergine, uno stellium in 3° Casa e un Sole nel secondo decano dello Scorpione, il filo di Arianna mi conduce a Mercurio, con tutto quel che può conseguirne).

Infine, ma non da ultimo, proviamo a riconoscere le possibili “proiezioni”: poniamo il massimo ascolto a ciò che il cliente dice di non sopportare nel partner, nel collega, nel capo, o in un suo amico, specie se si tratta di un fattore ricorrente che gli crea disagio, rabbia o sofferenza: in molti casi abbiamo a che fare con un lato della personalità del cliente stesso che viene censurato o rigettato, e quindi proiettato sull’altro.

Come dice Jung, tutto ciò che non integriamo di noi stessi ci torna come destino: ed ecco che, per esempio, il soggetto che non integra il proprio Marte all’Asc o in 7° Casa tenderà ad incontrare partner o capi che, pur diversi tra loro, avranno in comune una certa dose di aggressività o durezza.

Allo stesso modo che se un cliente si lamenta di incontrare ciclicamente partner che al dunque si rivelano restii ad assumersi responsabilità, andiamo subito a guardare il suo Saturno: se dovesse essere in aspetto ostile con Sole o Venere, potremmo trovarci di fronte ad un elemento della sua personalità non integrato e quindi proiettato sugli altri.

Bibliografia essenziale

– Lisa Morpurgo – tutte le opere – edizioni Tea o Longanesi

– Carl Rogers – Potere Personale – edizioni Astrolabio

– Rollo May – L’Arte del Counseling – edizioni Astrolabio

– André Barbault – Dalla Psicoanalisi all’Astrologia -– Amazon libri

– Liz Greene – I Complessi Psicologici nell’Oroscopo – edizioni Astrolabio

Settembre ‘17
Franca Mazzei

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