Per lei, ma vale anche per lui
La tua femminilità
Cominciamo da quello che non sei: non sei una gatta morta né tanto meno una fragile principessa. Insomma: non sei una “femminuccia”. Perché nonostante le giornate buie, quelle in cui ti sembra che tutto sia perduto (il peggio che possa capitare a te che sotto sotto pensi di poter vincere sempre, se solo ti ci metti), la tua cifra è l’energia. Un’energia ora esplosiva ora compressa, che muove il mondo.
Tu sposti l’aria, fai e disfai spesso senza neppure passare dall’indugio del pensiero, ti butti nella vita e della vita non butti niente: non sei certo schizzinosa come la tua dirimpettaia, quell’elegante Bilancia che anche durante un terremoto potrebbe preoccuparsi di riavviare i capelli. Tu sei spettinata nell’anima, e nei terremoti ti ci trovi benissimo: tra un’esplosione e l’altra sei uno sciame sismico perenne.
Sei Marte: il pianeta più essenziale, primitivo, immediato, impulsivo e dirompente dello zodiaco. Il pianeta che governa il pene, l’aggressività, la decisione, la forza fisica, l’energia vitale, la guerra, la passione, il sesso nudo e crudo.
Ma sei un Marte femmina. Un Marte immerso in quello straordinario, variegato e poco codificabile universo che è una donna. Un Marte che non è energia tout court, ma veicolo di significati, emozioni, desideri: una donna di rado brandisce il sesso come una clava.
Una donna è sempre di più, a parità d’armi. Perciò sei temibile: il maschio più femminile del reame. Anche quando hai gli occhi teneri e una gonna appena sopra il ginocchio. Anche quando ti comporti educatamente e non molli un ceffone in risposta ad un’offesa. Anche quando sembri proprio una donna come certi uomini la vorrebbero.
Ma per morbida e gentile che tu possa essere, c’è sempre in te qualcosa di duro, una sorta di spigolo contro cui prima o poi si va a sbattere. Insomma: sei una tosta, con le palle (direbbero i maschi), una che i maschi li guarda dritto negli occhi, e possibilmente li domina.
Ma anche no. Le arietine non sono tutte uguali: non tutte prediligono il rosso e le giacche di taglio maschile, non tutte sbattono un maschio sul letto dopo una frettolosa presentazione, e non tutte funzionano a botte di colpi di fulmine. Ma tutte possono contare su questo nucleo pulsante d’energia. Da trattare con cura.
Perché quando quest’intima forza, questa scintilla sempre accesa, non si traduce in risultati immediati – perché fallisce o perché si sente all’improvviso muta – c’è il rischio che si tramuti in autolesionismo: se non riesce ad andar fuori, si proietta verso l’interno, si auto-divora.
Ecco perché per te è fondamentale avere sempre un obiettivo da centrare. Non è detto che sia un maschio il goal che devi segnare: può trattarsi di un traguardo professionale, del coronamento di un’autonomia che ti renda libera da qualunque variabile, oppure di un “nemico” da battere. Persino una “normale” famiglia può esserlo, purché non ti si chieda di aderire ad un modello di (spesso) falsa dolcezza dietro pentole e pannolini: è più facile che alla cucina e ai bambini ci pensi lui la sera in cui tu vai a litigare ad una riunione condominiale.
Litigare ti piace, quasi sempre. E’ un modo per sentirti viva: toni accesi, espressioni colorite, impeto. Poi passa tutto. Il cielo è di nuovo azzurro. Neppure te ne ricordi del temporale, e ti meravigli e rammarichi che se ne ricordino gli altri. Né strascichi né rancori. Questa sei tu. Sempre una nota sopra, anche quando non sei incazzata. In una parola: appassionata.
L’amore e il sesso
E non di rado è proprio il sesso la medicina migliore per tutti i tuoi mali, perché lo vivi con meravigliosa naturalezza, come la cosa più semplice del mondo. E senza tanti fronzoli. Al punto che qualcuno potrebbe tacciarti di essere rude e sbrigativa. Ma il sesso per te è spesso un’urgenza, al pari della fame o della sete. e come tale va vissuto. Non sei romantica, dicono di te. E non è vero. Solo che i moti del cuore, anche i più teneri, li esprimi con tale immediata e brutale franchezza da spiazzare chi crede che la poesia e l’amore coincidano sempre e solo con frasi e gesti rarefatti e melensi.
Poi magari un giorno ti gira di dirlo con un fiore o con un disegno, quell’amore che ti urge dentro, e ci rimani malissimo se l’altro non coglie il miracolo e non ti ripaga immediatamente di ugual moneta. Perso per sempre, uno così.
Tu non conosci i sottintesi, le mezze misure, le mezze porzioni, le minestrine tiepide, i film in bianco e nero. Tu vuoi i sapori forti, e vuoi sentirli subito. Ecco perché per te l’amore è spesso colpo di fulmine, rivelazione, riconoscimento immediato di un altro che già ti appartiene, e se – tapino – non lo sa, ti ci vorrà poco per farglielo capire. Istintiva come sei non hai mica bisogno di ragionarci: lo senti, lo sai. Un amore è oppure non è, da subito. Prima ancora che intervengano il pensiero, la logica, le cautele.
Ma se è troppo facile… non vale! Non è amore vero quello che non ti consenta di lottare e di vincere: su una rivale, su una distanza, su un ostacolo. E quando ami lo fai con tutta te stessa, senza tattiche, tentennamenti o remore di sorta. Ami senza mani, su un piede solo, sul ciglio di un burrone, lanciata in moto a duecento all’ora, a colori, a tutto volume.
Ti dai intera. E con lealtà: se t’innamori di un altro difficilmente intraprendi una vita parallela. Di andare a letto con qualcuno che non sia il tuo uomo può capitarti, e senza grandi sensi di colpa: ma quello lo consideri sesso, non tradimento, qualcosa di privato che nulla toglie all’altro e che è giusto tenerti per te.
Col tuo uomo sei gelosa, sebbene non esageratamente possessiva, ma sia ben chiaro: di fronte ad un tradimento conclamato è guerra, e non si faranno prigionieri.
E lo stacco della spina è netto: quando non ci sei più non lasci briciole o lettere dietro di te.
La tua drasticità può far paura, perché diventi totalmente sorda alla compassione: il dolore dell’altro non ti riguarda e spesso nemmeno lo percepisci, se la tua pelle e il tuo cuore non pulsano più per lui, e magari pulsano per qualcun altro…
L’assenza di passione, è per te equiparabile ad una piccola morte: finito un amore se ne deve fare un altro.
(Dal libro “Va’ dove ti porta Venere” – Franca Mazzei – Sonzogno Editore – sul web e in e-book)