di Daniela Nipoti
Un nome, una leggenda. Quella di Stephen Hawking, astrofisico, cosmologo, fisico e matematico inglese che ci ha lasciato lo scorso 14 marzo. Afflitto da una grave malattia degenerativa dei moto neuroni fin dagli anni ‘60, in seguito tracheotomizzato e sottoposto a ventilazione assistita, ha potuto continuare i suoi studi sui buchi neri e sull’universo con l’ausilio di un computer e di un sintetizzatore vocale.
Stephen Hawking nacque a Oxford (GB) l’8 gennaio 1942, alle ore 12 circa, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo, sotto un cielo davvero straordinario. Sole in decima in Capricorno, Ascendente Ariete, una serie di trigoni a stella da brivido.
Nessuno mette in dubbio che Hawking sia stato una delle menti più brillanti (secondo Lisa Morpurgo dopo il 1943 non sarebbero più nati cervelli geniali) dell’ultimo secolo, e il suo Mercurio in Capricorno in casa 11° al sontuoso trigono di Saturno e Urano in Toro in 2° ce lo dice chiaramente, oltre alla Luna, seppur in duplice caduta in Vergine e in 6°, riesce a risplendere nella congiunzione con Nettuno, sempre in Vergine, al trigono di Saturno e Urano in Toro. I valori verginei sono indispensabili per chi svolga ricerca, analizzi, confronti e cataloghi dati, senza dimenticare l’analogia della Vergine e della 6° con la salute, che per Hawking è stata proprio precaria, anche se la positività dell’aspetto lo ha aiutato a vivere più a lungo. Da questo punto di vista, Venere in Acquario in 12°, al quadrato di Saturno e Urano in Toro, ci parla di privazione di salute o di cure errate, e Mercurio-mobilità in Capricorno quadra secco Marte in Ariete, situato in casa 1°, lesioni permanenti alla possibilità di muoversi, opponendosi a Plutone in Leone in casa 5°. L’asse 6°-12° spicca per la sua ampiezza, di 50° e non dimentichiamo che in 12° troviamo il fascino dell’ignoto, dell’universo.
Hawking ha sempre continuato a fare ricerca, a insegnare, a lanciarsi in amori burrascosi, con una forza d’animo unica, da saturniano in perenne scalata di una vetta, e con un ottimismo di fondo e di attività, giustificabile sia con Giove in trasparenza in Capricorno e sia con Giove natale, isolato in esilio in Gemelli in casa seconda per un pelo, sua sede esaltatoria per analogia.
Lo ricordiamo in sintesi nell’ultimo discorso alla Cambridge University, effettuato in occasione del suo 75° compleanno, nel gennaio 2017:
“Quindi ricordate di guardare in alto verso le stelle e non in basso, rivolti ai vostri piedi, cercate di dare un senso a quello che vedete e chiedetevi cosa ha dato origine all’universo. Siate curiosi. Per quanto la vita possa risultare difficile, c’è sempre qualcosa che potete fare per ottenere ciò che volete, l’importante è che non vi arrendiate mai”.